Nato a Gorizia nel 1968, ha vissuto a Pieris fin dalla nascita. Ha iniziato gli studi artistici nel 1981 diplomandosi in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia. A partire dal 1983, ha iniziato ad esporre in numerose collettive in Italia e all'estero. Dal 1995 ha iniziato ad interessarsi anche alla decorazione antica e al restauro, lavorando in seguito a grandi lavori di ricostruzione di affreschi in prestigiose ville e palazzi storici. Dal 2002 è stato invitato a tenere dei corsi d'alta decorazione all'Istituto Statale d'Arte di Gorizia. Dopo essersi inizialmente segnalato come poeta in lingua, nel 1989 ha cominciato ad impiegare anche il nativo idioma veneto “bisiàc”, Suoi testi poetici e saggi critici sono apparsi, a partire dal 1992, sulle maggiori riviste italiane come "Poesia", “Lengua”, “Diverse Lingue”, “Tratti", "Frontiera”. Nel dicembre 1997 ha pubblicato Piture, a cura di Giovanni Tesio, per l'editore Boetti di Mondovì e nel 2003, per il Circolo Culturale di Meduno, con prefazione di Antonella Anedda, Maitàni (“Segnali di mare”). Nel 2006, per le edizioni del Consorzio Culturale del Monfalconese è uscita la plaquette “Ostane” (“Germogli di rovo”) e nel 2007 la raccolta "Segni della Metamorfosi" per le edizioni della Biblioteca di Pordenone. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta "De arzent zu" per l'Istituto Giuliano di Storia e Documentazione di Trieste. Della sua poesia si sono occupati i maggiori critici italiani da Brevini a Tesio, da Villalta a D’Elia. Per diversi anni ha organizzato, nell'antica chiesa di Santa Maria in Monte a Fogliano (GO) incontri di poesia con poeti italiani, esteri e in dialetto accompagnati da importanti musicisti. Figura tra i nove autori selezionati per l’antologia "Tanche giajutis" curata da Amedeo Giacomini, che comprende i poeti più significativi nei dialetti e le lingue minori degli ultimi decenni del Friuli Venezia-Giulia. Suoi testi compaiono nell'antologia "I colors da lis vos" curata Pierluigi Cappello, Associazione Culturale Colonos, 2006, e nel libro "Cinquanta poesie per Biagio Marin", a cura di Anna De Simone, Fabrizio Serra Editore, Roma, 2009. In occasione della "EVROPA ONSTRAN MEJE, Glasovi italijanske poezije, na knjižnem sejmu v Ljubljani", "L'EUROPA OLTRE CONFINE, Voci della poesia italiana, alla Fiera del Libro di Ljubljana: Mario Benedetti, Pierluigi Cappello, Ivan Crico, Gianmario Villalta", Pordenone 2010.
Nel 2009 ha ricevuto il maggior riconoscimento dedicato in Italia ai dialetti e alle lingue minoritarie, il "Premio Nazionale Biagio Marin"
Ivan Crico, dopo aver seguito il normale iter-approccio col disegno dal vero e lo studio delle più importanti tecniche pittoriche, anche le più antiche, si è orientato subito verso un tipo di figurazione iperrealista impastata di suggestioni fantastiche e oniriche, sulla scia di Magritte, Tanguy ed Ernst. Solo poco più tardi si è avvicinato allo studio dell’arte informale – percorso per lui obbligatorio – sperimentando subito più libertà, materica e gestuale, e pervenendo gradatamente all’astrazione pura. E’ cominciato allora il periodo delle installazioni: un esprimersi dal profondo, quasi un ritorno alle origini, alla matrice di tutto. E allora soluzioni totemiche, che si realizzavano in alti pali di legno, lavorati a bitume e catrame, saldati da fili di rame e stretti da cordami. Ancora più avanti ha iniziato lo studio dell’incisione e delle varie tecniche decorative impegnandosi nell’insegnamento delle tecniche pittoriche e disegnative. In questi ultimi anni si è avvicinato sempre più alla pittura su carta portando però sul foglio quel metodo di lavoro materico e per stratificazioni che gli è sempre stato caro. Crico infatti non lavora direttamente sul cartoncino ma applica ad esso, che gli fa da sostegno, la carta dipinta (specie ad acrilico), raschiata con operazioni successive, “trattata” a strati sottilissimi, a velature appena accentuate, ad effetti ambigui. Carta magari stracciata ad arte ai bordi, intrisa di suggestioni e suspense. E così i rosa si intingono nel blu o negli ocra e così il nero si impasta di luce e segni sottilissimi percorrono la carta e forme astratte ammiccanti chiedono di uscire dal foglio. Così esperimenti di colori
naufragano nella materia appena abbozzata, così suasioni buzzatiane animano il deserto o torri annidate nel nulla ricercano il cielo. Così anche le sue grafiche sembrano studiare la materia e sono un reticolo di segni su una landa antica o una corteccia morta o un intrico fossile.
Mariuccia Coretti
Mostre recenti
1990
Croci, tracce di miti e sogni di riti, Auditorium San Rocco, Grado
1994
Esposizione di giovani artisti del Goriziano, Torre, Moggio Udinese (UD)
1998
Essicatoio Bozzoli, San Vito al Tagliamento (UD)
Contemporanea 98, Galleria Spazzapan, Gradisca d’Isonzo
1999
Casa Rurale, Duino (TS)
2002
Galleria del Caffè Tommaseo, Trieste
2003
Fiera Campionaria, Trieste
2004
Mostra per il cinquecentenario della morte di Petrarca, Arezzo
2005
DobiaArt Eventi, Staranzano
Tellus, Staranzano
St. Kanzian, Austria
Tra arte e decorazione. Opere 1995-2005, Sala consiliare, Turriaco
2012 – 2013
Mostra Collettiva “Profezie” , Palazzo Attems, Gorizia
“The silver thread”, Baltimora (U.S.A.)
2017
Seconda mostra collettiva Artisti del territorio, Sala Antiche Mura Monfalcone.
Mostra collettiva, "Oltre il tempo", Galleria d'arte Contemporanea, Monfalcone GO
2023
Mostra collettiva "Impronte", Galleria "Exhibit", Firenze